PANE
INTEGRALE: LA TRUFFA LEGALIZZATA.
Ciao
a tutti,
un'affermazione
che mi ha parecchio incuriosito da quando ho iniziato a panificare è
stata questa: “Il tuo pane integrale è molto chiaro”; questo
significa che il pane integrale acquistato da queste persone prima di
migrare nella mia panetteria, era di un colore molto più scuro
rispetto a quello che produco io.
Se
osserviamo da vicino un “chicco” di grano, possiamo
tranquillamente vedere che il suo colore non è certo marrone scuro,
ma piuttosto tendente al nocciola o arancione; se poi abbiamo la
pazienza di sezionarlo a metà per vederne il colore interno, notiamo
che è bianco, oltretutto la parte interna è nettamente
preponderante rispetto a quella esterna colorata. Se ne deduce che
macinando naturalmente un chicco di grano, non potrà in nessun caso
produrre una farina di colore troppo scuro.
Da
dove deriva allora la colorazione così scura del pane integrale che
si trova in giro?
La
legislazione italiana (ed europea) prevede che si possa definire
“integrale” anche una comune farina bianca a cui sia stata
aggiunta della crusca; questa “truffa legalizzata” fa sì che
tutti i panifici industriali (per intenderci quelli che producono il
pane che si trova confezionato nei supermercati oppure che
riforniscono le rivendite con pani a basso costo) e alcuni panifici
artigianali con poche remore, possano utilizzare farine bianche
deboli e di scarsa qualità, in genere provenienti dall'est europeo a
bassissimo costo, alle quali aggiungono notevoli quantità di crusca
ed il gioco del pane scuro è fatto.
Questo
giochino però ha un rovescio della medaglia: le farine cosiddette
deboli sono scarsamente adatte alla panificazione in quanto
poverissime di glutine e la crusca, dal canto suo, non ne ha affatto;
il risultato è quindi una miscela di sfarinati che non può
lievitare in quanto priva della maglia glutinica necessaria a
trattenere i gas che si sviluppano durante la lievitazione e che
fanno sì che il pane si “gonfi” e risulti morbido una volta
cotto. Cosa fare allora? Il rimedio esiste: alla miscela basta
aggiungere glutine in polvere.
L'aggiunta
di glutine non è dannosa di suo, a patto che il glutine venga
estratto tradizionalmente, cioè, per farla breve, con lavaggi
ripetuti della farina di grano tenero fino ad eliminare in maniera
definitiva gli altri componenti, ma vengono usati glutini che sono
sottoprodotti industriali di altre estrazioni, come ad esempio gli
amidi, per estrarre i quali, a livello industriale, vengono fatti dei
lavaggi con dei solventi (ad esempio la soda caustica per estrarre
l'amido di mais) ai quali il glutine resta legato; vengono poi usati
ulteriori solventi per eliminare il solvente legato al glutine che
viene essiccato e polverizzato.
Queste
manipolazioni dettate da questioni economiche e non da reali esigenze
di panificazione visto che basterebbe usare le farine giuste, danno
un pane di scarsa qualità e di dubbia sanicità: cominciamo a
chiederci come mai ci sia stato un vertiginoso aumento delle
intolleranze al glutine.
Tutto
quanto ho scritto riguarda il pane integrale di farina di grano
tenero, in commercio esistono pani integrali di altre farine
monovarietali o multicereali con colori che arrivano quasi al nero:
per questi ultimi ci sono in commercio dei miscelati già pronti che
oltre alle farine contengono molto altro... Ma di questo parleremo la
prossima volta. A presto.
Luciano
molto interessante, mi mancavano i tuoi scritti.
RispondiEliminaL'industria dell'alimentazione è una cosa da rabbrividire... Segui il blog e ne scoprirai delle belle. Ciao
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